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GUARDAROBA SOSTENIBILE

Tutto ciò che dobbiamo sapere per avere un guardaroba sostenibile

Parlare di guardaroba sostenibile non è così semplice tante sono le cose a cui prestare attenzione e includere in questo ampio discorso.

Come ogni cambiamento bisogna iniziare a piccoli passi e dove ci sentiamo sicuri che non ci verrà privato nulla.

Andiamo ad approfondire insieme i punti fondamentali da affrontare prima di iniziare a stravolgere il nostro ricco guardaroba:

  • Tessuti/Pellami
  • Capsule collection
  • Downcycling, Upcycling, recycling
  • Made in e artigianato

Tessuti e pellami

Non è così scontato individuare tessuti eco-sostenibili. Siamo portati a credere, erroneamente, che le fibre naturali lo siano per definizione quando così non è. Un esempio pratico è il cotone che ha un largo utilizzo di pesticidi e grande consumo di acqua. Ciò che è fondamentale è acquistare prodotti con tessuti che provengono da filiere tracciate con certificazioni che ne accertino le caratteristiche di rispetto e tutela verso l’ambiente. Quindi, come esempio, un cotone avrà la nostra attenzione se biologico e certificato GOTS.

Ora scendiamo nel dettaglio e suddividiamo le materie prime in naturali, artificiali e sintetiche e vediamone le differenze.

Tessuti di origine naturale

Possono essere di origine animale oppure di origine vegetale.

Andiamo ad approfondire:

  • Fibre di origine animale sono la lana ottenuta dal vello delle pecore o la seta dalla secrezione dei bachi
  • Fibre di origine vegetale come il cotone, ottenuto dai semi, lino e canapa, ottenute dagli steli.

Per un guardaroba sostenibile dobbiamo affidarci a prodotti di origine biologiche certificate o fibre come il lino o la canapa che per natura vivono con poca acqua e sono estremamente forti e poco attaccabile da agenti esterni.

Tessuti artificiali

Questi tessuti sono ottenuti da prodotti naturali lavorati e filati. Anche qui dobbiamo fare una distinzione tra animale e vegetale:

  • Fibra di origine animale ricavate dalla caseina del latte
  • Fibra di origine vegetale ricavate dalla cellulosa, dalle proteine di alcuni semi oleosi o da alghe

Queste sono le fibre che prediligo perché lavorano sugli scarti creando un circolo virtuoso di produzione.

Se volete acquistare qualche prodotto eco-sostenibile con una di queste fibre di ultima generazione vi consiglio le t-shirt alla fibra di latte, di legno, cotone organico e kapok il tutto certificato di Goodsustainablemood e se volete un paio di scarpe che non utilizza la pelle ma fibra realizzata dagli scarti delle mele del Trentino potete visitare questo sito Womsh

Nel frattempo spero che presto questi filati siano prodotti anche per la maglieria handmade.

Tessuti sintetici

Questi ultimi sono ottenuti dai derivati del petrolio e presentano una criticità nello smaltimento anche se oggi hanno iniziato ad utilizzare poliestere riciclato (poliestere, nylon e acrilico)

In conclusione le fibre biologiche e certificate e le fibre artificiali che creano un’economia circolare sono da preferire ad altre per iniziare ad avere un guardaroba sostenibile.

Capsule collection invernale

Affrontiamo un’altro punto importante e dolente. Spesso abbiamo armadi pieni e cassetti che non ce la fanno più. Il fast fashion, che da fine anni 80 ci ha invasi, ha fatto i suoi danni abbassando la qualità del prodotto e del materiale e portandoci ad acquistare oggetti che a volte abbiamo usato poco più che per qualche outfit per accorgerci che alla fine ne avremmo potuto fare a meno.

La capsule collection è un piccolo guardaroba che si sviluppa a piramide e ci permette di avere il giusto numero di capi con la possibilità di creare diversi outfit.

Sono consigliati capi basici e intramontabili dai colori neutri in modo da poterli trasformare come meglio desideriamo per ogni occasioni della giornata.

Dobbiamo iniziare a pensare al nostro armadio come ad una piccola collezione personale, un’armonia di colori che si unisce per renderli interscambiabili. Impariamo ad acquistare pensando a ciò che abbiamo e con cosa potremmo abbinarlo.

In merito a questo argomento ognuno ha idee diverse su quanti e quali debbano essere i capi perfetti per un guardaroba sostenibile ma vi do un’idea generale che poi come sempre andrà adeguata al proprio stile di vita.

Partiamo dai capi che non devono mancare:

  • Un cappotto/Piumino
  • Due giacche mezza stagione (blazer, biker o trench)
  • Tre maglioni di lana/cachemire
  • Una camicia bianca
  • Due t-shirt basiche
  • Due top da indossare sotto la giacca, uno di colore neutro ed uno fantasia
  • Pantalone classico di colore nero
  • Due denim
  • Un abito da giorno e uno da sera, meglio se fantasia
  • Una borsa da giorno e una da sera
  • Stivali, mocassino, scarpa da sera e una sneakers

Gli accessori e l’intimo sono esclusi ma questo è una buona base per partire a ricostruire il nostro look sostenibile.

Un ultimo consiglio riguarda i colori. Visto che si parla di ridurre i capi bisognerebbe iniziare ad approfondire il mondo dell’armocromia per individuare i colori che meglio esaltano le nostre caratteristiche. Vi consiglio questo blog post per muovere i primi passi.

Downcycling, upcycling e recycling

Ora prendiamo tutto ciò che abbiamo nell’armadio e dividiamolo in tre.

  • Quello che indossiamo spesso
  • Ciò che non indossiamo da anni
  • Capi usurati che sarebbero da buttare

I primi capi li rimetto nell’armadio.

Con i secondi decidiamo a chi regalarli o se possono avare una seconda vita su portali come Vinted o Rebelle.

Se tra questi faccio difficoltà a separarmi perché in fondo in fondo con lui abbiamo vissuto momenti indimenticabili allora possiamo passare all’upcycling. Iniziamo la ricerca su Pinterest e vediamo se troviamo qualche ricamo, patch con strass o effetto gioiello per dare una nuova vita al capo.

Possiamo pensare di fare anche delle modifiche sartoriali come staccare le maniche e farle fare in chiffon per rendere una t-shirt anonima femminile ed elegante. Con una buona sarta e qualche idea presa su internet potete fare grandi cose. Fotografate il capo e fate un tabellone con tutti i modi in cui potete trasformarlo.

Per il terzo punto non ci resta che affidarci al Downcycling e a proposito non posso fare a meno di pensare a mia nonna che ne sapeva già parecchio in merito all’essere sostenibili e anziché buttar via vecchie t-shirt di lana o lenzuola ne faceva stracci per la pulizia della casa. In poche parole trasformava qualcosa che aveva un determinato valore in altro prodotto con valore inferiore.

Per il riciclo potete utilizzare una gonna che non mettete più ma che ha un tessuto che adorate e farne delle fodere per i cuscini da divano, insomma trasformare qualcosa che ha un certo valore per ottenere un altro oggetto di pari valore.

E sul riciclo potete sbizzarrirvi e dare spazio al vostro estro creativo.

Made in e artigianato

Questo è un altro punto fondamentale a cui tengo particolarmente che aiuta a creare un guardaroba sostenibile.

Dopo aver prestato attenzione alla fibra/tessuto del capo, a diminuire gli acquisti, a reinventare ciò che abbiamo e dargli nuova vita è arrivato il momento di alzare la qualità parlando di Made in Italy e artigianato.

I motivi sono molto semplici. Un prodotto realizzato in Italia avrà sicuramente viaggiato meno, fatto meno chilometri quindi meno impatto ambientale. Artigianato perché lo slow fashion da garanzie maggiori rispetto al fast fashion quali attenzione e cura del dettaglio, materiale di qualità superiore perché si devono applicare meno ricarichi e non ultimo produzioni limitate quindi meno capi immessi sul mercato.

Avrei ancora tanto da raccontarvi e per questo ho pensato ad un regalo per voi. Cliccate qui sotto e vi accompagnerò per tre giorni per un approfondimento sui materiali, sui capi must have della capsule collection e piccole idee per trasformare un capo basico che avete sicuramente nell’armadio!

Ora non vi resta che iniziare!

Essenza Individuale. La storia di Atmaprema è una storia per tutte le età. Un brand di maglieria premium italiano, che nasce dal desiderio di produrre capi di qualità con a cuore l’etica nella produzione e il rispetto dell’ambiente.
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